Da Anterem 77 (“Forme di vita”)
Le Problème de la genèse
6:00 am. È chiaro. La prima luce dell’alba. Che l'interpretazione di Husserl da parte di Tran Duc Thao abbia anticipato l'interpretazione di Derrida. Progressive tonalità di grigio lasciano il posto a scie di verde grigiastro. Ciò è ancor più ovvio se si osserva che Tran Duc Thao impone la genesi come una questione fenomenologica inevitabile. È difficile dire con esattezza dove ci troviamo. Tale questione influenzerà l'interpretazione di Husserl da parte di Derrida. Anche se è chiaro che non siamo troppo distanti da Hué. Dalle sue Memorie all'opera “Forma e Significato”. Considerando l’ora del giorno e l’ambiente circostante.
6:10 am. Nelle opere di Derrida Le Problème de la genèse, l'Introduzione, e La Voce e il fenomeno, l'autore adotta costantemente il grido di battaglia di Tran Duc Thao: Abbiamo rallentato fino a fermarci. Ossia, che l'onnitemporalità non è altro che un modo della temporalità. La foschia avvolge un fiume torbido. (E non è solo Tran Duc Thao a considerare la temporalizzazione di Husserl incentrata sull'attualità del presente spazio-temporale) Attraversiamo il ponte a carponi, con estrema attenzione. (Esso stesso un'astrazione dal mondo della realtà)
6:15. La terra rossa emerge come una presenza di cui tener conto. Riconoscendo l'irriducibilità del sensuoso, Derrida si concentra sul passaggio dal sensibile all'intelligibile. Nella luce del mattino, il verde della vegetazione pregna di rugiada sembra quasi venire assorbito dalla terra - i due colori, rosso e verde come se fossero stati scelti per la loro complementarietà. Un debito meno ovvio di Derrida nei confronti di Tran Duc Thao è il suo particolare interesse per il segno. A questo punto cominciano ad apparire risaie argentee che riflettono la foschia che le avviluppa.
6:20. Tran Duc Thao dimostra che la possibilità fondamentale della rappresentazione simbolica rende l'errore contestuale alla verità. Ecco apparire una casa colonica bianca, la cui sommità triangolare rivela a fortiori una presenza umana nel paesaggio. Tuttavia, Tran Duc Thao non è mai giunto a questa conclusione (l'asserzione che l'errore è contestuale alla verità implica che la presenza sia già costantemente contaminata dall'assenza). Il fanale di una motocicletta balugina in lontananza, il suo fascio di luce viene soffuso e si perde nella nebbia che non si è ancora dissipata.
6:25. Per Derrida le difficoltà nascono con la peculiare varietà di dialettica di Tran Duc Thao. Il paesaggio assume una certa armonia di forme. Perché nel filosofo vietnamita il problema della genesi implica il problema del metodo di descrizione del passaggio dal sensibile all'intelligibile. Man mano che il fogliame si dirada lungo i margini del sentiero, si aprono brevemente nuove prospettive alla vista. Tran Duc Thao utilizza tutta la famosa terminologia di Hegel: Un laghetto, un villaggio, una collina , un contadino al margine di un campo zuppo di acqua piovana. L'Aufhebung come elevazione, soppressione e conservazione.
6:30. Una presa di coscienza (une prise de conscience). Improvvisamente, ci appare una scena più complessa (oppure siamo noi ad essere apparsi alla scena, essendoci mossi a malapena nello spazio e nel tempo?): Uno spostamento dalla realtà "in-sé" alla realtà "per-sé" (o alla "verità"). Delle bestie da soma, un appezzamento familiare, un cortile scolastico, un tempio. Per Tran Duc Thao questa terminologia dialettica dovrebbe prevenire il problema del concepire la genesi della conoscenza in termini di possibilità astratta o di costrutto psicologico.
6:35. Ad intervalli, il terreno è diventato fluviale. Ciononostante, quando definisce il materialismo dialettico (o Marxismo, come lui lo chiama), Tran si priva della "dialettica ideale che troviamo in Hegel”. Sono molti i torrenti che scorrono sotto di noi per sfociare nel mare. Invece, la dialettica del suo materialismo dialettico è "la dialettica del pensiero scientifico”, che tuttavia in Tran non implica assolutamente il rifiuto o la critica di quelle scienze positiviste che forniscono una descrizione della vita solamente facendo riferimento alle sue caratteristiche biologiche.
6:40. La pianura coltivata sale e scende, ammassandosi verso i viottoli, per poi attenuarsi in prospettive in pendenza. In altre parole, il materialismo dialettico “definisce la verità dei concetti scientifici, in quanto riproduce nella coscienza i reali processi attraverso cui la vita crea se stessa nel movimento generale delle strutture materiali". Dopo aver sperimentato diversi minuti di una variegata vegetazione arborea, attraversiamo una foresta uniformemente ripiantata, i cui singoli tronchi d’albero si spiegano di fronte a noi in ritmi geometrici coordinati.
6:45. La difficoltà consiste. I vitigni sparpagliati per tutto il paesaggio sono semplici nella loro invariabilità. Come ci dice Derrida nell'opera Le Problème de la genèse. Le dimore degli uomini sono ancora più sobrie. Nel fatto che il materialismo dialettico di Tran Duc Thao “presuppone il problematico definito e risolto da Husserl". Il paesaggio stesso è “senza pretese”: tutto in proporzione, raramente emozionante (se non per qualche inaspettato volo d’uccello), solo di tanto in tanto narrativo (come quando due ciclisti indugiano davanti ad cavalletto della ferrovia, rivelando di non aver ancora ben chiara la loro destinazione, malgrado la loro determinazione).
6:50. Poiché Tran Duc Thao rifiuta l'hegelismo e la filosofia trascendentale. Stiamo passando attraverso Dong Ha. E non fornisce una spiegazione più completa del suo materialismo dialettico. Le sue case sono di color turchese chiaro, crema, verde ammuffito e bianco. È difficile sapere in che modo possa spiegare la conoscenza oggettiva. La stazione dei treni è dipinta di uno straordinario blu fumo; alcune signore vestite con ampie giacche e cappelli scendono a terra da vagoni immessi su binari morti, carichi di tronchi di legno tagliati in ciocchi.
6:55. D'altra parte, come suggerisce Derrida, è possibile che Tran Duc Thao stia in realtà fondando l'oggettività su qualche sorta di metafisica della materia. Ancora una volta ci mettiamo in moto, passando davanti a casupole, baracche e casette in cemento, davanti a case più grandi, davanti a una scuola e una chiesa, davanti ad un viale pieno di negozi. È possibile mettere in discussione questa interpretazione perché, avendo rifiutato il soggettivismo della fenomenologia, Tran Duc Thao sembra nuovamente fare appello ad una sorta di cosa-in-sé. Una volta usciti dalla città, passiamo davanti a tre bufali d’acqua.
7:30. Se questa interpretazione fosse corretta, potremmo sostenere che Tran Duc Thao sia ricaduto nel dogmatismo. Non appena la nebbia si dissolve, ecco apparire chiaramente un campo dissodato. Ma se, d'altro canto, Tran Duc Thao non stesse presupponendo alcun tipo di metafisica materialista. Anche se permangono tracce di bruma, che trasudano attraverso un cimitero dedicato ai caduti della guerra. Significherebbe allora che per lui le scienze naturali rimangono interamente infondate. Adesso il nostro sentiero si congiunge con una strada parallela, una strada di terra rossa.
8:00. Fondando il loro interesse prioritario sul tempo reale, omette di fornire le condizioni per la possibilità delle scienze. La sabbia bianca s’infiltra sia nei terrapieni che nella foresta, man mano che ci avviciniamo ad Hué. E senza tale fondamento, la dialettica di Tran, come afferma lo stesso Derrida, sarebbe “una dialettica puramente 'terrena'". Alla fine appare il segnale di “Ga Hué”, sotto un cielo che rischiara, ma che è ancora freddo. In tal caso, il materialismo dialettico di Tran è soggetto alla stessa critica che Husserl aveva rivolto allo storicismo di Dilthey.
8:15. Siamo arrivati presto, ci viene incontro un pulmino, dentro cui ci ammassiamo per andare in centro città. In realtà, se il reale e l'ideale coincidessero "in maniera stretta", allora, come sostiene Derrida, “nulla ci permetterebbe di fare una distinzione tra l'esperienza vissuta e la fatticità naturale”. Passato il ponte di Truong Tien incontriamo due veicoli militari parcheggiati lungo il viale. Senza alcuna prova valida, avremmo una "scienza della natura" il cui significato e vera condizione di possibilità ci sfuggirebbero. Alcuni soldati stanno seduti sul cordolo del marciapiedi.
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